La sharing economy (letteralmente economia della condivisione) è quel modello di business costruito intorno a un paradigma di condivisione dei beni, attualizzato e reso estremamente accessibile dall’uso delle piattaforme digitali.

Il modello della sharing economy è in forte crescita, ed è andato a toccare negli ultimi anni una grande varietà di settori, dall’immobiliare ai trasporti fino allo sport e all’intrattenimento.

Anche la logistica può beneficiare della lezione della sharing economy, adottando e promuovendo modelli di condivisione per un uso più intelligente e conveniente delle proprie risorse.

Sharing economy: il modello preferito dai millennials

Per anni, le attività di produzione e distribuzione dei beni si sono basate su un modello lineare: produzione – acquisto – utilizzo che prevedeva il possesso esclusivo del bene da parte del consumatore. Tuttavia, negli ultimi 15 anni si è fatto largo un modello di consumo diverso, basato non più sul possesso ma sull’accesso temporaneo al bene/servizio dietro pagamento di un canone.

Quest’approccio è particolarmente caro ai millennials, ovvero la generazione dei nati tra la fine degli anni ’80 e la metà degli anni ’90 che hanno vissuto in pieno la diffusione di internet e delle tecnologie digitali. I loro modelli di consumo rivelano una minore preferenza del possesso di beni fisici rispetto all’acquisizione di esperienze che creano un comune senso di appartenenza.

Si tratta di una generazione molto più consapevole dei problemi ambientali, attenta al riciclo e al riutilizzo delle risorse per la quale, dunque, la condivisione dei bene è di gran lunga preferibile al singolo utilizzo e conseguente smaltimento dei prodotti.

ragazza millennial con macbook viola in una riunione di lavoro con i colleghi

La condivisione nelle logiche di approvvigionamento e distribuzione

Nella sharing economy, gli utilizzatori hanno accesso temporaneo a beni, servizi o abilità messi a disposizione da altri. In questo modo, il fornitore massimizza i suoi investimenti grazie al maggiore utilizzo e crea un nuovo flusso di entrate sotto forma di canone di locazione del bene/servizio.

Applicando questo assunto alla logistica, sono diversi i modi in cui gli individui e le organizzazioni possono beneficiare della condivisione di risorse e asset. Vediamone alcuni:

  • Condivisione degli spazi di stoccaggio

Uno dei modi in cui la logistica può applicare i principi della sharing economy ai suoi processi è la condivisione dei centri distributivi o magazzini multi-cliente. Così facendo, il fornitore di logistica può sfruttare le sue risorse per soddisfare le esigenze di diversi clienti.

Al contempo, il cliente può beneficiare di una gestione più conveniente e flessibile degli spazi: mentre nel magazzino tradizionale viene assegnata una quantità fissa di spazio in un tempo determinato, senza dunque considerare l’uso effettivo, il magazzinaggio condiviso permette di allocare in modo più flessibile lo spazio di stoccaggio a seconda delle esigenze specifiche del cliente.

magazzino con impalcature e pacchi

  • Valorizzazione degli spazi privati

La condivisione degli spazi non tocca soltanto i grandi centri distributivi ma può coinvolgere anche piccoli spazi inutilizzati messi a disposizione da privati come case, garage, uffici, negozi. È il cosiddetto urban discreet warehousing che, in un sistema caratterizzato dalla costante contrazione del tempo tra l’ordine e la consegna, aiuta tantissimo le aziende ad avvicinare il centro distributivo dell’ultimo miglio ai vari punti di consegna.

Questi spazi privati disseminati nel tessuto urbano non servono solo da deposito ma, grazie all’uso di piattaforme digitali connesse diventano dei veri e propri mini-hub cittadini in grado di offrire servizi di prelievo, drop-off, reso, spedizione, ecc.

  • Condivisione degli asset

In ultimo, gli operatori logistici possono considerare di condividere con altri gli asset pesanti, quali carrelli elevatori e mezzi di movimentazione dei materiali fittandoli ad altri operatori nei momenti di non utilizzo. Così facendo, riescono a sfruttare i beni sulle 24 ore e si garantiscono un flusso di entrate proveniente dalle locazioni.

Non solo gli asset pesanti si prestano alla condivisione ma anche quelli organizzativi e tecnologici. È il lavoro della logistica in outsourcing: attori specializzati che mettono a disposizione il proprio know-how tecnico e organizzativo, preoccupandosi di progettare e gestire i flussi logistici per conto dei clienti. Le aziende di oggi, anziché mantenere reparti interni – da reclutare, formare ed equipaggiare con la tecnologia adatta – possono scegliere di affidarsi a terze parti specializzate.

 

fattorino visto dall'alto trasporta pallet con pacco in un magazzino merci

 

Come abbiamo visto, il modello della sharing economy non funziona bene soltanto per viaggi, auto, finanza e intrattenimento ma contiene principi e pratiche valide praticamente in qualsiasi settore. La logistica può sicuramente trarne notevoli benefici, soprattutto trovandosi oggi nella posizione di dover offrire un servizio quanto più possibile efficiente, flessibile e sostenibile.